Un grande arco sul fiume
Un grande arco di travertino sormontato da una merlatura che proietta in altri secoli: ecco il Ponte Nomentano, quasi un miraggio nella Roma contemporanea.
Dicono gli esperti che quando fu costruito, tra il II e il I secolo avanti Cristo, era sicuramente più maestoso e massiccio di adesso e doveva anche essere rivestito da un sacco di materiali preziosi e decorati, tutto scomparso e saccheggiato nel corso del tempo: nel lungo periodo che l'hanno visto fare da vedetta all'Aniene, l'altro fiume di Roma, i rimaneggiamenti sono stati tantissimi.
Oggi si può ad esempio vedere uno stemma papale, di Nicolò V che, nella seconda metà del 1400, lo fece restaurare. La sua merlatura si intravede da lontano, tra gli alberi che bordano la trafficatissima via Nomentana. Appena si lascia la strada, però, incamminandosi verso di esso attraverso il parco che lo circonda, caratterizzato da altissimi pini, metro dopo metro ci si sente pervasi dalla sua magia antica, che raggiunge il massimo quando si entra dentro: da qui, lo sguardo vaga sull'acqua che scorre placida incurante del caos cittadino e può anche accadere di scorgere un cormorano in silenziosa attesa fermo su un ramo che sbuca dalla riva.