Accogliente ryokan tradizonale
Sono stato accolto da un edificio anonimo e da una reception piuttosto formale. Ma mentre già si stava facendo largo fra i miei pensieri un principio di delusione, uscendo dall'ascensore mi sono accorto che stavo entrando in un altro mondo. Fatto di essenzialità, suoni attutiti, mentre appena percettibile, da dietro una tenda, si avvertiva lo scorrere dell'acqua bollente nella vasca del bagno tradizionale.
Due ragazze in kimono mi hanno accolto e accompagnato nella mia stanza. Ci siamo seduti sul tatami e mi hanno versato il tè e offerto un dolce chiedendomi chi ero, da dove venivo, dove ero diretto. Poi mi hanno spiegato, un po' in giapponese, un po' in inglese tutte le cose da sapere sull'albergo. Cinque, dieci minuti che saranno anche stati pura forma, ma perfetta. Quello che un viaggiatore solitario vorrebbe trovare in ogni luogo dove dormirà, quando spesso viene accolto da sguardi frettolosi, da frasi di circostanza, da formalità da sbrigare il più velocemente possibile prima di occuparsi del cliente successivo.