cinzia d'agostino
I primi italiani caduti per la pace
Quando si va all'aeroporto di Fiumicino, dirigendosi verso la cittadina, tra gli incroci che intersecano le varie strade ce n'è uno particolare, all'interno di un'area verde, circondata da cespugli e alte palme: è il monumento ai caduti di Kindu, nell'ex Congo Belga. Eroi sconosciuti, soprattutto adesso in cui purtroppo il conteggio dei militari italiani morti in missioni di pace all'estero è ormai lunghissima. Erano 13 aviatori, equipaggio di due aerei C-119 della 46a aerobrigata di stanza a Pisa. Il loro compito: cercare di ristabilire la pace nel paese scosso da una brutale guerra. Ma furono catturati da militari congolesi "ribelli" che poi li trucidarono a colpi di mitra: era l'11 novembre 1961.
Della loro sorte non si seppe nulla per parecchi giorni. Riportati in Italia, solo nel 1994 hanno ricevuto la Medaglia d'oro al valore militare. Un riconoscimento tardivo, così come il risarcimento dovuto ai loro famigliari. La stele in marmo che a Fiumicino sta nello slargo a loro dedicato, all'incrocio con via Alessandro Guidoni, è solo uno dei tanti omaggi fioriti qua e là nel paese. Chi è ricordato non muore mai.
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