Il mercato del pesce di Sittwe
Il mercato del pesce di Sittwe, cittadina tranquilla, poco lontana dalla frontiera col Bangladesh è una "fabbrica" medievale. Tra fumi, odori, nebbie, urla, bambini, donne, battitori d'asta, arrivano dal mare i pescatori...Tutte le mattine, tutte, all'alba si scorgono le barche che rientrano da una notte di pesca nel Golfo del Bengala, uno dei mari più pescosi del pianeta. A quel punto si scatena la "bagarre". Migliaia di pesci grandi, pesci piccoli, molluschi, conchiglie, che non so riconoscere, vengono scaricati dalle barche sulla spiaggia antistante il mercato. Centinaia di ragazzi, ragazze, vecchie e bambini, si affrettano a riempire ceste oblunghe e profonde che scaricano poi tra i banchi del mercato coperto. Le enormi razze vengono sollevate da tre o quattro uomini e caricate su carretti improvvisati. In pochi secondi vengono tagliate teste, code, branchie...Autorevoli uomini in lungi fanno capannello di fronte a montagne di pesce e iniziano complicati rituali d'asta per attribuire la proprietà del mucchio a questo o a quel mercante che a sua volta ne rivende una parte, più cara, a questo o a quel venditore, che a sua volta rivende la merce a peso a vecchie zingare bengali dalla pelle scura o alle splendide giovani dell'Arakan, lo stato di cui Sittwe è capitale. I bambini si perdono si ritrovano senza che la cosa sollevi preoccupazione.
