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Lago sacro di Gosaikund

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Langtang Indirizzo

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Il lago sacro di Gosaikund

Il lago sacro di Gosaikund non è affatto a Katmandu come indicato nella location di questo post, bensì nella regione del Langtang. L'informatica non ammette l'esistenza di questa regione, né del distretto, Rasuwa, né della capitale del distretto, Dhunche. In effetti si tratta di un distretto montagnoso del Nepal orientale, meno noto di altre regioni più gloriose, il Solu Khumbu o l'Annapurna, nelle quali si stagliano sette degli otto 8000 mt che hanno reso il Nepal famoso nel mondo. Il Langtang è di stazza più modesta. La sua montagna più alta è il Langtang Lirung, un "semplice" ma splendido 7000 scalato negli anni '60 da Guido Rossa, l'operaio ucciso dalle BR, che vi aveva perso due compagni di cordata.

Ma tra le montagne del Langtang vi è uno dei laghi più sacri del mondo. Il lago di Gosaikund. Situato a circa 4500 mt. di altitudine questo lago è meta di importantissimi pellegrinaggi sia per i buddisti che per gli induisti. Ogni anno, durante la luna piena d'agosto, il lago e le sue rive sono invase dai pellegrini: sadhu seminudi coperti di cenere dai lunghi capelli arrotolati attorno al capo, buddisti in arancione e rosso scuro, donne in sari e a piedi nudi e tanti tanti bambini con le loro famiglie. In mezzo al lago c'è una roccia, sacra pure quella, simbolo religioso di Shiva. Secondo i buddisti, nelle profondità del lago, scorrerebbero poi delle correnti sacre che infilandosi nei meandri della terra giungerebbero sino al tempio di Kumbeshwar, a Patan, una sessantina di chilometri più a sud, nella vallata di Kathmandu. Nel giorno della luna piena gli induisti cantano mantra potentissimi attorno alle rive del lago e poi si gettano nudi nelle sue acque gelide.
A Gosaikund ci si arriva, faticosamente, a piedi. Lungo il percorso si attraversano le bellissime valli del Langtang. In primavera i rododendri sono in fiore. Fiori rosa, rossi, bianchi esplodono in macchie di colore vivissime nel verde degli aceri e degli abeti che costeggiano il torrente Trushuli che ha scavato queste valli. Gli entelli, scimmie sacre ad Hanuman, lanciano le loro grida stridule, spaventando i piccoli yak di questa regione che pascolano tranquillamente in mezzo alle capre. Nervosi cavallini dalle gambe robuste trottano qui e là e su di loro e su di noi planano i corvi.Mangiano il grano saraceno, le patate, il frumento, le rape, l'orzo e l'aglio che gli agricoltori della regione coltivano in piccoli campi protetti da muretti di pietra. Ovunque lunghi mani da preghiera che bisogna superare stando sulla destra se non si vuole incappare nell'ira degli dei. Via via che si sale per raggiungere il lago, il paesaggio si fa più arido e roccioso, la neve addolcisce gli spigoli, e la popolazione, già di per se rara, scompare. La distesa blu del lago la si scorge di colpo, a un giro di roccia, e, immancabilmente si respira la sacralità e il silenzio del luogo. L'aria è rarefatta e la neve si specchia sul lago.
Per raggiungere Gosaikund bisogna prevedere almeno una decina di giorni a piedi, compreso il ritorno che è possibile effettuare attraverso le vallate dell'Helambu, una volta superato il passo del Laurebina Yak.
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Informazioni Lago sacro di Gosaikund