Venezia e veneziani
I trascorsi sono un’infanzia consumata del mito della gita in laguna, con il rito dell’organizzazione del pranzo al sacco (è risaputo no che da turisti le fregature a Venezia sono in agguato: i miei non hanno mai voluto più di tanto rischiare), il viaggio in treno e poi finalmente il camminare tra le calli con la costante illusione di essersi perduti! Tali gite però sono state così poche che oggi potrei paragonarle al solo cammino di Santiago, ossia guidate dal convincimento che poche volte nella vita possano bastare! Crescendo un po’ ci ho pensato da me: prima “bruciando” scuola, poi, invertendo la tendenza, iscrivendomi lì all’università. Probabilmente è stato proprio il frequentarla quasi tutti i giorni, lo scoprire percorsi sempre nuovi e sempre più brevi per andare dove si doveva andare e iniziare ad amare la percezione dell’acqua a qualsiasi stagione a renderla tutte le volte superiore rispetto a qualsiasi altra città.