Yola
Puerto Inca
Puerto Inka è il più importante sito archeologico della costa peruviana meridionale. Comprende un insediamento di popoli pre-Inca (ci sono tracce di civiltà fino al 4000 a.C.), che, in seguito, avrebbero utilizzato gli Incas, la cui attività risulta più documentata. Il complesso archeologico è denominato "Quebrada de la waca".
L'insediamento si trova sul Pacifico, in una splendida baia omonima. La zona è ricca di pesce, frutti di mare (patelle, lepadi, ecc.), molluschi (polpi e calamari) e macroalghe (chiamate cochallullo). La sua popolazione è impiegata principalmente nella lavorazione di questi prodotti del mare, all'essiccazione ed il trasporto.
C'è un percorso, quasi rettilineo, denominato "Strada Reale", che collega Puerto Inca con Cuzco (Capitale dell'Impero Inca), che attraversa dune, praterie, ruscelli e montagne, sula via più breve per collegare i due punti. Si dice che gli Incas, all'epoca della Tawantinsuyu, mangiavano pesce fresco grazie ai "chasquis", cioè i messaggeri lo trasportavano da Puerto Inca fino a Cuzco in circa 24 ore. Il pesce e le verdure dalla costa venivano scambiati, quindi barattati, con la carne ed i prodotti della montagna.
Inoltre la leggenda vuole che "L'Inca", insieme a tutta la sua corte, percorresse quel tragitto da Cuzco a Puerto Inca ogni tanto, sempre facendo lo stesso percorso (da qui il nome di Camino Real), per assistere ai sacrifici umani ed animali che venivano fatti sia al dio del sole che a quello del mare. Da lì l'esistenza de "La sedia dell'Inca".
Ho avuto la sfortuna di trovarlo in piena fase di lavori di scavo, e quindi chiuso al pubblico. Ma nella zona ci sono, oltre a "La sedia dell'Inca", gli essiccatori per crostacei, fosse comuni, scorciatoie, cortili, sale, piattaforme cerimoniali ed il "Cullpas", uno degli edifici più suggestivi. Sono strutture circolari sulla superficie, che si possono trovare sia all'interno di alcune camere, che all'aperto. Una sorta di serbatoi sotterranei. Hanno le pareti ricoperte di pietra ed alcune scale per l'accesso.
E' curiosa anche la malta che si usava per unire le pietre, molto simile al cemento attuale e che veniva ottenuta a base di calce disidratata, a sua volta ottenuta bruciando gusci di molluschi e mescolando questi con la sabbia.
Per arrivare a Puerto Inca, passando per la Panamericana Sud, bisogna prendere la deviazione,perfettamente indicata al km 610, in direzione dell'Hotel Puerto Inka, terme situate su una piccola spiaggia vicina al porto.
Inoltre la leggenda vuole che "L'Inca", insieme a tutta la sua corte, percorresse quel tragitto da Cuzco a Puerto Inca ogni tanto, sempre facendo lo stesso percorso (da qui il nome di Camino Real), per assistere ai sacrifici umani ed animali che venivano fatti sia al dio del sole che a quello del mare. Da lì l'esistenza de "La sedia dell'Inca".
Ho avuto la sfortuna di trovarlo in piena fase di lavori di scavo, e quindi chiuso al pubblico. Ma nella zona ci sono, oltre a "La sedia dell'Inca", gli essiccatori per crostacei, fosse comuni, scorciatoie, cortili, sale, piattaforme cerimoniali ed il "Cullpas", uno degli edifici più suggestivi. Sono strutture circolari sulla superficie, che si possono trovare sia all'interno di alcune camere, che all'aperto. Una sorta di serbatoi sotterranei. Hanno le pareti ricoperte di pietra ed alcune scale per l'accesso.
E' curiosa anche la malta che si usava per unire le pietre, molto simile al cemento attuale e che veniva ottenuta a base di calce disidratata, a sua volta ottenuta bruciando gusci di molluschi e mescolando questi con la sabbia.
Per arrivare a Puerto Inca, passando per la Panamericana Sud, bisogna prendere la deviazione,perfettamente indicata al km 610, in direzione dell'Hotel Puerto Inka, terme situate su una piccola spiaggia vicina al porto.
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