Le terme romane di Hamat Gader
Per arrivare alle terme di Hamat Gader bisogna lasciare il Lago di Tiberiade e prendere la strada che porta alle alture del Golan e costeggia sulla destra, a est, il fiume Yarmuk e la valle che costituisce la no man’s land tra la Giordania e Israele. E’ una strada sinuosa, tutta tornanti e saliscendi, scandita dal filo spinato e dalle garritte di osservazione.
Per chilometri il Golan appare per quello che è : una pietraia, un altipiano sassoso e brullo, dove la vegetazione si limita a pochi arbusti spinosi. Poi, di colpo, sul fondo di una valletta stretta, il verde intenso di un’oasi.
Fu nel II secolo d.C. che i soldati della X legione romana, dislocata nei pressi di Gadera, una cittadina nota nell’antichità per essere un’importante tappa carovaniera tra Damasco e Gerusalemme, iniziarono a profittare delle sorgenti di acqua calda le quali, a pochi passi dalla riva del fiume, scaturivano naturalmente dalle spaccature della roccia. Pian piano iniziarono le grandi opere, e i romani vi fecero costruire dei bagni giganteschi, delle piscine di acqua calda e fredda, e un grande anfiteatro. Col tempo e grazie sia a un monumentale lavoro di canalizzazione, che alla qualità ricca di sali minerali delle fonti sorgive, Gader diventò uno dei più importanti centri termali del mondo romano. Per Epitanio, uno storico romano del IV secolo, Hamat Gader era luogo del demonio. Le fonti sorgive, che portavano i nomi di Eros, il dio dell’amore, o di Anteros, il dio che punisce chi non si lascia andare all’amore, avvolgevano coloro che vi si bagnavano in una mollezza tale da fiaccare inevitabilmente, secondo lo storico, lo spirito e la resistenza del popolo romano.