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1 opinioni su Delhi to Dharamsala

Delhi-Dharamsala

La prima volta che sono stato a Dharamsala ho viaggiato in bus (grande errore), ho preso il biglietto economico (secondo errore da novellino), a solo, più o meno, 200 rupie (circa 3 €) per un viaggio di oltre 16 ore (si può andare in treno fino a Pathankot, a circa 90 km da Dharamsala, da lì bisogna proseguire con l'autobus, per circa 4 ore, fino a Dharamsala, molto meglio).
Ci sono biglietti per autobus più confortevoli, con l'aria condizionata, al costo di circa 800 rupie, e, naturalmente, ora ho imparato che il viaggio più comodo e le viste più spettacolari, quasi sempre, in India, sono in treno.

Bene, quel primo viaggio, Delhi-Dharamsala, fu in un autobus. Un autobus in cui, normalmente, da seduto, non puoi nemmeno allungare le gambe, quindi stai per "mille" ore ficcato in una scatola di scarpe (che ti fa disperare), questo in aggiunta alla guida degli indiani (vi avevo già detto che si basa su "prima il più grande e te lo dico fischiando" valido di giorno e di notte ...) fa si che il viaggio non sia rose e fiori. La salita alla montagna (1240m a Dharamsala e 1700m a Mc Leo, la nostra destinazione finale), a un certo punto comincia a fare un po' paura, quando vedi come il conducente si azzarda, con quei burroni così vicini, per fortuna con calar della notte non sivede un bel niente, "occhio che non vede..." (così dicono, ma io ho avuto molta "fifa").
Dopo tante ore senza dormire (beh, giorni ormai, perché da quando ho lasciato casa per iniziare a vedere i primi raggi vicini alla mia destinazione, erano trascorse quasi 36 ore, durante le quali riuscivo non sono riuscito a dormire per più di 2 ore di fila), ti passa persino la voglia.
Il sonno, la stanchezza ed il non poter chiudere occhio, insieme alla mia eccitazione per la situazione così nuova, per un attimo stavo per sclerare, e mi sono vista seduto accanto all'unico spagnolo che c'era in tutto l'autobus, Ruben, uno tipo gentilissimo che avevo conosciuto sulla strada per Delhi, un catalano che viaggiava da solo e non capiva un tubo d'inglese (un bullo). Beh, mi sono vista su un autobus circondata da estranei e sola, solo con la compagnia di Ruben, che stava per trasformarsi nel solo fazzoletto possibile per le lacrime che stavano per uscire dai miei occhi, ed improvvisamente, tac! Di nuovo, un altro regalo.
In quell'istante, il sole comincia ad apparire tra il verde delle montagne, che improvvisamente si è impadronito dell'oscurità, permeando di magia quel posto, e subito, tac! Un grande tempio rosa, che da un tocco (come direbbe Marisol) di luce e colore alla montagna. Un grande Shiva, che sembra voglia danzare, si staglia davanti ai miei occhi, e cattura i miei dubbi e le mie paure, la mia stanchezza, il mio sonno, e mi restituisce il colore e la magia dell'India, mi fa ritornare l'energia ed il sorriso.
Finalmente, sullo sfondo si intravvede un piccolo villaggio, arroccato su una montagna, e, al di sopra, impressionante, la catena dell'Himalaya, un'enoooorme catena montuosa che ci regala un benvenuto davvero impressionante. La durezza di alcune situazioni a Delhi, la notte, il viaggio, di fornte alla bellezza, alla magia, allo splendore che nasconde i suoi luoghi, il giorno.
Duro e magico, un viaggio doppio, conoscenza ed una nuova esperienza, l'India.
Mettiamo da parte l'India per il momento, ora mi trovo sulla via del Camino de Santiago (beh il Camino de Sant Jaume, siamo partiti da Montserrat), ma continueremo.
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Informazioni Delhi to Dharamsala

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