La Cappella Sistina del SudAmerica
La piazza principale di Andahuaylillas, un piccolo paese andino a 3.100 metri circondato dalle montagne e dal fiume Vilcanota, è decorata con alberi di corallo (pisonay) e alberi di palma. Sotto le loro fronde, bancarelle dell’artigianato attendono pazienti l’arrivo dei turisti attratti dal gioiello più prezioso della cittadina: la chiesa coloniale che sorge sulla stessa piazza e che viene considerata la Cappella Sistina del Sud America per la qualità e la ricchezza delle opere d’arte accolte. Costruita nel XVII secolo dai gesuiti su un edificio religioso quechua, la sua architettura mescola lo stile inca con quello coloniale. Costituita di mattoni di fango seccati al sole, le pareti sono molto larghe e una torre funge da campanile; la facciata è decorata con murales, mentre due colonne in pietra proteggono l’entrata principale. Due sezioni compongono l’interno e si rifanno a fasi diverse della costruzione; essendo separati da un arco interno, la chiesa possiede due pulpiti. L’altare alto è intagliato in puro stile barocco, di legno di cedro e ricoperto da lamine d’oro; al centro l’effige della Vergine del Rosario, mentre il tabernacolo è ricolmo da piatti d’argento. Molti murales dei Cusqueños coprono le pareti e la volta, con immagini sacre su cui risaltano le decorazioni con foglie d’oro: il più interessante (dietro la facciata) rappresenta le attrazioni del cammino verso l’inferno in contrasto con quello più virtuoso verso il paradiso. Diversi altari e cappelle laterali ospitano affreschi anonimi sulla vita di San Pietro, adornati da grosse cornici dorate; la Vergine dell’Assunzione nell’arco interiore è attribuita al pittore spagnolo Esteban Murillo. L’umidità e la scarsa manutenzione hanno degradato il complesso, ora oggetto di una grande opera di recupero.