Barbara Oggero
Come in una scenografia
L’odierno complesso della Cavallerizza Reale, collocata nel centro cittadino, era parte del progetto urbanistico pensato da Carlo Emanuele II di Savoia nel 1668 per dotare Torino di un’Accademia Militare. La prima parte, in stile barocco, costituisce l’apice della sua idea, che voleva uniti i principali edifici reali della capitale: l’Accademia Militare e la Cavallerizza Reale appunto, che attraverso il Teatro Regio si collegavano a Palazzo Reale e al Duomo e quindi alla Cappella della Sindone. Terminata a metà ‘700, la Cavallerizza mantenne la sua funzione fino alla fine dell’800, quando furono ultimate le scuderie.
Composto da cortili, portici e austere facciate mattonate, nel secondo ‘900 una parte fu data dalla Polizia, mentre le corti interne furono destinate ad abitazioni popolari. Negli ultimi decenni il Comune, nuovo proprietario, ha avviato un processo di riqualifica, affidando intanto al Teatro Stabile di Torino il Maneggio Reale, la Manica Lunga, la Manica Corta e il Salone delle Guardie per la programmazione di spettacoli di rilevanza internazionale. Restaurati nella sostanza, gli ambienti conservano ancora il passaggio del tempo, che conferisce agli spettacoli un ulteriore fascino. Così come camminare sulle immancabili pietre di fiume, sotto i suoi portici usurati, sembra di stare nella scenografia di un film.
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