Che ci fa una ragazza come me in un...
Che ci fa una ragazza come me in un posto come questo? Solo cercando di capire un po’ attraverso la propria esperienza questa religione. E anche se in definitiva “ non mi appartiene”, non mi pento di aver realizzato un rituale in uno dei feticci più potenti, dicono, di Benin: il feticcio Dnakoli. E, sentire nei piedi il sangue caldo di una gallina morta da poco è una sensazione che non si dimentica.. e neanche mi importa ripeterla ;). Da appena metti piede a Banin la parola feticcio, rituale e vudù sono costantemente presenti. E anche se, come straniera e turista da 15 anni a Benin, non sono riuscita a capire bene la dimensione di questa religione, credo di aver capito invece qualcosa visitando il mercato di feticci (Bohicon), con la visita a un indovino di Ifà e, soprattutto, con il rituale nel feticcio di Dankoli. Prima di raccontare questa esperienza, dedico un breve inciso a cos’è il vudù. Leggo nella guida di Joan Riera (Laertes) su Benin, che vudù significa “anima” o “forza” in lingua Fongbé, una delle etnie più numerose di questo paese. Si crede che questa religione animista si originò in una zona situata tra Togo e Benin 4000 anni fa, ed è arrivata ai giorni nostri per trasmissione orale, poiché è priva di un manuale scritto come a Bibbia o il Corano. In breve, il vudù fa che le anime delle persone che muoiono si trasformino in altri esseri viventi come animali o alberi (difatti hanno boschi sacri). In alcuni casi, gli spiriti delle persone con caratteristiche molto elevate si trasformano in divinità e, per questo, diventano immortali. Mawu, Legba o Gu sono alcune di queste divinità.
E andiamo al piatto forte, il rituale al feticcio Dankoli, situato nella zona di Savalou, nel centro-ovest di Benin. Dicono che è uno dei più potenti di questo paese e ci credo cperché appena arrivati tutto ci sembrò molto, molto autentico, cosa che succede poche volte in questo tipo di viaggi diciamo esotici. Bè, appena arrivati, i guardiani del feticcio ci vennero incontro poiché uno di loro era stato scelto per farci da guida durante il rituale. Euloge, la nostra guida e socio dell’agenzia di viaggi Miwa Benin, e uomo colto, dovette discutere animatamente con loro per farci scendere senza problemi dal furgoncino. Neanche uno straniero per quelle divinità. Il posto era strano, ovviamente, non si trattava di Lourdes o del Cristo di Medinacelli e, anche se c’era rispetto per un posto sacro da parte degli abitanti di Benin, si sentiva anche qualcuno per la paura e il ribrezzo, poiché il feticcio, o la feticcia, perché ce n’era uno mascho e una femmina, consistevano in un cumulo di terra con olio di palma e resti di sangue e piume di galline (gallina è stata la parola che abbiamo usato di più in tutto il viaggio, galline per i rituali, galline per mangiare..). Ma eravamo lì e dovevamo vivere quella esperienza. La prima cosa fu quella di togliere le scarpe e salir su un promontorio, ripugnante agli occhi di un occidentale, pensando ai desideri che si volevano chiedere al feticcio. Dopo, conficcare in tutte quelle “cose” un palo di legno mentre ripetevano i desideri. Forse per il nervosismo o perché non scelsi il posto giusto, mi costò molto fissarlo. E poi, in mezzo alle urla di una signora (poi seppi che era per animare il feticcio perché concedesse i desideri), bevvi un cicchetto di un liquore e lo sputai, versai un po’ di olio di palma..e alla fine assistei come in un secondo il mio guardiano tagliò il collo alla mia gallina e mi gettò su un piede il suo sangue ancora caldo. Arggg, che sensazione ovviamente fu qualcosa di impressionante, primitivo. E con una piuma della gallina scesi dal tumulo, ancora in stato di semishock. Tutta un’esperienza africana.
Per terminare questo racconto del viaggio che ho fatto la scorsa estate a Benin, vorrei raccontare una esperienza più leggera e divertente: la consultazione all'indovino di Ifa. Fu in Dassa-Zoumé, nel centro del paese. Il Ifà è un sistema di divinazione che si basa su calcoli matematici che danno come risultati più di 250 combinazioni. Mi ricorda l'I Ching. Euloge ci ha portato a casa del veggente che, secondo lui, era affidabile al tempo stesso accessibile. E lì, nel salotto della sua casa, con le galline che si affacciavano attraverso la porta aperta e circondato da alcuni uomini che semplicemente guardavano seduti sui divani (magari per imparare dal maestro?), mi spiegò alcune incognite circa il mio futuro. Questa corsa è stata fatta con conchiglie e che trasportano due catene legate insieme i semi di palma. E devo dire che in un paio di problemi, ha confermato. Tuttavia, per soddisfare un desiderio che ho fatto, l'indovino ha fatto un rituale che consisteva nel mischiare parti di un alveare e un favo di miele ... e non voglio sapere che altri componenti. Il punto era prendere un po' di quel miele ogni mattina, che ho fatto per, ehm, tre settimane. Tuttavia, il mondo occidentale e l'aspetto che stava prendendo questo intruglio, hanno reso la mia fede debole e che il vasetto africano finisse nella spazzatura. Comunque ...


