Belgrado, un pezzo d'Europa che non immaginiamo di poter vivere.
Una distesa di case bianche ci accoglie all'alba, appena valichiamo il ponte sulla Sava che ci porta in centro. Emozioni fortissime, nette, smisurate come la città. Belgrado, una distesa infinita di case bianche, grigie sotto una luce violenta ed opaca che turba l'anima. Toccante vedere le persone in fila davanti a San Sava. Il popolo serbo è un popolo credente e laico al tempo stesso, dove si mescolano antichità e modernità, nonché socialismo e liberismo. È commovente vedere gli anziani che chiedono qualche spicciolo in qualche piazza o vendono verdure agli angoli di qualche strada trafficata. È struggente scorgere i giovani seduti al Tašmajdan o vocianti lungo la Mihajlova o mentre si baciano al Kalemegdan, tra uno sguardo e l'altro al Danubio e alla Sava, imperturbabili nei secoli dei secoli con le loro possenti acque. Belgrado, luce e furore di ogni anima che non si è arresa. Città lenta, metropoli altruista, senza inutili orpelli e finte intercessioni.


