Alfonso Navarro Táppero
Axsum la capitale spirituale e mitologica dell'Etiopia
La leggenda narra che Aksumai, figlio di Etiopia e pronipote di Noè, fu il fondatore di Axum, capitale dell'antico regno di Saba, la casa delle tradizioni storiche e culturali del paese, città imperiale ed il luogo in cui è venerata e custodita l'Arca dell'Alleanza. Sedotti dalla leggenda, vediamo le rovine di un antico palazzo (del primo millennio Avanti Cristo) e non osiamo mettere in discussione il fatto che nelle sue stanze, ora ridotte in macerie, il cui glorioso passato è ormai solo un ricordo. Qui viveva la leggendaria Regina di Saba già secoli fa si lavava nel magnifico splendore dei suoi bagni che con la sua leggendaria bellezza si tuffava nelle acque aromatizzate tra esotici e deliziosi profumi di spezie.
Poi ci siamo finalmente fermati sulla tomba della regina, l'edificio che un giorno fu costruito come l'ultima dimora del personaggio reale, è ormai diventato un rifugio e la casa di numerosi pipistrelli ed anche se ero inquieto per risalire in superficie, luce del sole sembrava voler svegliarmi da questo sogno bellissimo anche se ci dissero che tutte queste rovine non sono probabilmente in realtà appartenute alla nostra amata Regina della leggenda ..... La città di Axum, nel nord del paese, ai piedi delle montagne di Adua ha cominciato a vivere la sua epoca d'oro in epoca paleocristiana (I secolo dC.), momento in cui è diventato un emporio commerciale strategico per la circolazione delle sete preziose, dell'oro, dell'avorio, delle pietre preziose e chiaramente delle spezie. Tale era la fama di questo enclave nel terzo secolo, che il filosofo Mani venne a nominare l'impero axumita come uno dei quattro regni più importanti di tutto il mondo insieme a Roma, la Cina e la Persia. Axum raggiunse il suo apice durante il regno di re Ezana che fece abbracciare il cristianesimo come dottrina ufficiale dell'impero. È stato sotto il comando del re (IV secolo dC), quando l'arte di fare grandi monoliti di pietra raggiunse il suo apice, questi enormi blocchi di pietra che ci hanno raggiunti in un numero di circa 300, sono i testimoni muti e la sola traccia di passato e di un presente grandezza discreta. I vasti campi di monoliti o "stele", come sono popolarmente conosciute in Etiopia attirano l'attenzione del visitatore. Gli obelischi decorativi geometrici che simulano finestre cieche e porte, come se essi rappresentassero qualsiasi tipo di edificio ed hanno e sono limitati in alto da un semicerchio. L'ipotesi sulla loro funzione originale sono diverse, ma il punto di vista più ampiamente utilizzato è che si costruissero per motivi funerari o memoriali. Sicuramente si distingue per la sua stazza il grande obelisco che si trova ancora in piedi, fiero e provocatorio, alto oltre 20 metri, e vicino a lui un'altro che è crollato e disteso a terra, il monolito che era stato il più imponente di tutti i tempi e di tutte le culture, con i suoi 33 metri di altezza circa, questo gigante autentico, forse sopraffatto dalle vertigini o crollato allo stesso momento in cui venne issato. L'altro grande monolite (24, 6 metri), che può essere visto in Axum ha condotto una vita movimentata in quanto sotto la dominazione italiana (1936-1941) è stato trasferito a Roma dove rimase fiero portamento altezzoso dal 1937 al 25 aprile 2005 data in cui ha concluso la sua prigionia e fu finalmente in grado di tornare a casa. Se le pietre parlassero .......
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