Abbazia di Valvisciolo

Si nota da lontano, tra una vegetazione molto fitta di tipo deciduo, è nel comune di Sermoneta e sta qui almeno dall'VIII secolo, ma furono i cistercensi, attorno al 1100, a farne un centro di spiritualità legato alle regola dell'ordine monastico. L'Abbazia di Valvisciolo ha una architettura semplice, sia dentro che fuori. E ospitò i templari che vi si rifugiarono quando iniziarono le persecuzioni nei loro confronti. Tra gli indizi della loro presenza, la croce templare all'interno del grande rosone frontale. Inoltre, quando venne uccise il loro gran maestro, Jacques de Molay, anche in questo edificio, così come in altri cistercensi, si creparono gli architravi: il che determinà rapidi interventi di restauro.

La bianca pietra calcarea con la quale è stata edificata la rende come un faro che spicca dal verde fianco del monte Carbolino per illuminare e guidare i pellegrini di passaggio dal medioevo a tutt'oggi. Una leggenda aleggia sulla facciata della chisea abbaziale legata ad un architrave spezzato e ai Templari. Numerosi sono i simboli celati all'interno del complesso monastico che è uno degli esempi dell'architettura cistercense nel basso Lazio, filiazione di Fossanova (dal 1864 legata a Casamari). All'interno del meraviglioso chiostro formato da 112 colonnine binate vi si possono trovare simboli e immagini scolpite che rappresentano frammenti d'arte e di spiritualità. Come l'agnello crocifero, il candelabro, il compasso, l'uccellino ... ma anche la triplice cinta e il famosissimo SATOR, in una forma unica (circolare e radiale). Una storia legata alle vicende dell'ordine cistercense e alla storia del territorio che diventa ancora più avvincente se a raccontarla vi è una guida esperta (Sonia Testa) che gattonava all'interno delle gallerie del chiostro sin da tenera età!
All'interno della chiesa abbaziale vi sono gli interessanti affreschi del Pomarancio (Niccolò Circignani) che sono stati eseguiti nel 1589 su commissione della famiglia Caetani.

Uno splendido esempio di Romanico cistercense.