Simonetta Di Zanutto
Con cappello e bastone ma senza pipa
Umberto Saba, noto poeta di origine triestina, è raffigurato con cappello e bastone, mentre si avvia verso l'amata libreria che oggi porta il suo nome. Originariamente aveva anche la pipa in bocca, ma i vandali l'hanno trafugata diverse volte, così alla fine si è deciso di lasciare il monumento privo di questo oggetto che accompagnava la vita quotidiana del poeta. La statua in bronzo è opera di Nino Spagnoli, che realizzò anche quelle di Italo Svevo e di James Joyce, in differenti e significativi punti della città.
Non i soliti monumenti su un piedistallo, queste statue hanno la particolarità di essere riproduzioni ad altezza d'uomo che poggiano direttamente sul selciato. Gli scrittori sono ritratti nel semplice atto di camminare, come qualunque altro passante in mezzo alla folla. Un modo per riconoscere lo stile di vita di questi tre grandi personaggi che amarono mischiarsi alla vita quotidiana triestina e che dalla città presero ispirazione per le loro opere.
Alla base di ogni statua c'è una targa che riporta una frase dell'autore rappresentato. Quella di Saba dice: "Avevo una città bella tra i monti rocciosi e il mare luminoso" tratta da "Avevo" in "1944", anche se forse la sua definizione più conosciutà di Trieste è quella di una città dalla "scontrosa grazia".
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